Egregi Signori,
con la presente è nostra intenzione chiedere un Vostro fattivo intervento riguardo all’emendamento al Ddl Sicurezza (emendamento 13.6 al DDL Sicurezza “Misure aventi ad oggetto le infiorescenze della canapa e dei prodotti da esse derivati”) che il Governo ha intenzione di portare in votazione alla Camera dei Deputati nei prossimi giorni, emendamento che, se approvato, vieterà la coltivazione e il commercio delle infiorescenze di canapa light (a basso contenuto di THC) e dei suoi derivati.
Divieto che, peraltro, costituirebbe una violazione delle norme UE sulla libera concorrenza e circolazione delle merci, oltre che di altre svariate norme comunitarie.
Ma soprattutto metterebbe a rischio un settore con 3 mila aziende, 15 mila occupati (oltre alle migliaia di lavoratori stagionali impegnati sui campi per la raccolta e presso le aziende di trasformazione) e 500 milioni di euro di fatturato in continua crescita, dovuto anche alle esportazioni (il prodotto italiano è considerato un’eccellenza ed è molto richiesto) e tutto ciò "in barba” alla promozione e alla tutela del Made in Italy tanto enfatizzata dal Governo.
Con l’approvazione dell’emendamento si rischia, quindi, di portare alla chiusura migliaia di aziende agricole, e non solo, di un comparto in continua espansione, con tassi di crescita importanti e, oltretutto, con una forte connotazione giovanile, agricoltori ed imprenditori che nel corso degli anni hanno investito milioni di euro in una cultura ad alto valore aggiunto e che potrebbero vedere i loro sacrifici, non solo economici, frustrati, per un provvedimento che non ha alcuna ragione logica essendo esclusivamente di natura IDEOLOGICA e LIBERTICIDA e contrario non solo a norme di legge imperative ma anche alla giurisprudenza comunitaria e nazionale (sentenza della Corte di Giustizia dell’UE del 19 novembre 2020, che stabilì che il CBD non può essere considerato uno stupefacente e che la sua commercializzazione non può essere vietata se prodotto legalmente in un altro Stato membro dell’UE, o la sentenza del febbraio 2023 con la quale il TAR del Lazio aveva annullato il decreto interministeriale c.d. “officinali” del 18 maggio 2022, che aveva posto la cannabis sativa sotto un regime speciale, limitando la coltivazione agricola e permettendo la commercializzazione solo dei semi e derivati).
L’introduzione di un divieto così ampio non appare proporzionata neppure all’obiettivo di tutela della salute pubblica (paventato da alcuni membri della maggioranza), soprattutto alla luce delle evidenze scientifiche che non indicano rischi significativi per la salute derivanti dall’uso delle infiorescenze di canapa con un contenuto di THC inferiore ai limiti di legge.
Con l’approvazione dell’emendamento l’intera filiera della cannabis light verrebbe totalmente travolta, quella industriale, dove la canapa non viene utilizzata per scopo ricreativo ma bensì in ambiti come la tessitura, le attività tessili o di bioedilizia, ma anche quella impegnata nell’estrazione dei principi attivi quali il CBD, o cannabidiolo, un isomero del THC, che però non produce nessun effetto di tipo psicotropo e non costituisce quindi una sostanza stupefacente, impiegato esclusivamente nella cosmetica, nell’erboristeria e negli integratori alimentari.
Chiediamo, quindi, l’intervento di quei Deputati, non solo a difesa delle libertà e dei diritti dei cittadini da Loro amministrati, ma a tutela di un comparto agricolo/industriale che verrebbe cancellato, nonostante i numeri più che positivi, con un provvedimento incomprensibile, illogico e, purtroppo, ideologico.
Certi di un Vostro fattivo interessamento porgiamo cordiali saluti.