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In epoca moderna processi come la Riforma protestante e la rivoluzione scientifica, l’emergere degli Stati moderni e poi degli Stati nazionali, la razionalizzazione amministrativa, la rivoluzione industriale ecc. hanno condotto governi e istituzioni politiche, culturali e religiose a individuare nell’alfabetizzazione una condizione necessaria alla cittadinanza, ovvero alla piena partecipazione degli individui alla vita istituzionale, economica, politica, religiosa e culturale della propria società di riferimento.
Nel corso del XIX secolo – e in diversi paesi come l’Italia, fino almeno alla metà del XX secolo – l’impegno a promuovere l’alfabetizzazione è stato inteso come diffusione e consolidamento nelle comunità nazionali della “capacità di lettura, scrittura e far di conto” in senso proprio.
A questa accezione strumentale dell’analfabetismo – che veniva contrastato primariamente con l’attenzione sociale al recupero degli adulti illetterati, con una progressiva scolarizzazione e poi con la crescente lotta all’evasione scolastica – si è progressivamente affiancato, per le società economicamente e socialmente sviluppate, un significato funzionale che rileva la (in)capacità di usare in modo proficuo le abilità di scrittura, lettura e di calcolo nelle diverse situazioni poste dalla vita quotidiana.
Come rilevato anche da organizzazioni internazionali come l’UNESCO, nei primi anni Duemila il concetto di alfabetizzazione funzionale è stato ulteriormente affinato e si è accompagnato all’individuazione di nuove emergenze culturali trasversali nelle società, portando a proporre una definizione che mira a cogliere la necessità di usare competenze di lettura e scrittura per produrre, capire, interpretare e valutare con senso critico informazioni scritte, come base per la partecipazione digitale e per il compimento di scelte consapevoli su temi come finanza o salute.
Sempre più, nell’accezione contemporanea, si individuano come analfabetismi in senso ampio le carenze diffuse dei codici fondamentali per interpretare e comprendere il mondo circostante e per partecipare con pieno profitto ad esso e alle sue reti di relazioni sociali e interpersonali. Pertanto, i processi di alfabetizzazione vanno ormai intesi come avvio all’acquisizione di competenze di base nei diversi ambiti e dimensioni dello sviluppo della persona: come essere umano, nella sua identità di genere e nei differenti aspetti della personalità; come lavoratore o lavoratrice; come cittadino/a. Allo stesso tempo, si possono considerare analfabetismi di ritorno l’insorgere diffuso e il permanere di incompetenze in campi, precedentemente acquisiti, di specifiche conoscenze e abilità.
Questo slittamento semantico ha a lungo assecondato la percezione (o fiducia) nell’efficacia come rimedio fondamentale delle politiche di scolarizzazione di massa, che però, come già rilevato negli anni Sessanta in una chiave ad oggi ancora condivisibile, non sempre hanno sortito i risultati attesi. Del resto, anche in tempi più recenti come durante e in seguito alla pandemia da Covid19, l’appropriazione dei codici interpretativi e comunicativi della realtà è stata messa a dura prova dalle difficoltà materiali esperite da studenti e studentesse nell’accedere agli strumenti utili per una corretta scolarizzazione e dalla lontananza dai contesti educativi che solo nella loro completezza possono consentire lo sviluppo di capacità più complesse.
Si incoraggia la presentazione di studi su possibili temi di interesse quali:
- Sviluppo delle definizioni, della realtà effettiva e della consapevolezza di alfabetizzazione e analfabetismo a partire da diversi contesti storici e geografici e dalle differenze e discriminazioni di genere, anche in chiave comparativa;
- Alfabetizzazione e sviluppo economico nei diversi contesti storici;
- Prospettive storiche su studi e pratiche di innovazione educativa e didattica inclusiva a partire da forme di analfabetismo che producono disagio sociale e culturale;
- Alfabetizzazione e storia delle scuole dell’infanzia: modelli che prevedono la possibilità della lettura e della scrittura e modelli che la rifiutano in quanto precocismo;
- Storia dell’educazione sensoriale come preparazione alla lettura e scrittura;
- Storia materiale dei dispositivi per la didattica dell’alfabetizzazione (alfabetieri, materiale montessoriano, ecc.);
- Sguardo storico alle strategie didattiche innovative volte a promuovere capacità di lettura e comprensione dei testi, a partire dalla prima infanzia;
- Comprensione della relazione tra condizioni materiali, povertà linguistica, analfabetismo funzionale e pratiche democratiche;
- Forme specifiche di analfabetismo (linguistico, scientifico, religioso, artistico, emotivo, igienico-sanitario ecc.) e loro storia;
- Media literacy, educazione al digitale e nuove tecnologie;
- Storia delle riforme e delle politiche educative per favorire le alfabetizzazioni, in macro e micro contesti;
- Dispersione scolastica e analfabetismo di ritorno;
- Storia dell’educazione popolare e alfabetizzazione;
- Storia dell’impegno delle Congregazioni religiose per l’alfabetizzazione e l’istruzione professionale;
- Analfabetismo nel Mezzogiorno e storia della questione meridionale scolastica;
- Approcci e metodologie (inter) generazionali;
- Effetti storici dell’alfabetizzazione come sviluppo di un potenziale pubblico di massa di lettori: letterature educatrici (per l’infanzia e la gioventù, per il popolo, per le donne); nascita e sviluppo e forme dell’editoria culturale; biblioteche pubbliche;
- Storia della lettura infantile e dei suoi problemi;
- Pratiche di alfabetizzazione nella (e per mezzo della) letteratura, in particolare quella più specificamente rivolta all’infanzia e all’adolescenza;
- Impatto degli equilibri disciplinari nella immaginazione e strutturazione di politiche educative volte a contrastare gli analfabetismi;
- Media, strumenti e canali utilizzati, nelle varie epoche storiche, per sostenere modalità diverse e/o nuove di alfabetizzazione;
- L’alfabetizzazione nelle politiche coloniali e gli sviluppi post-coloniali;
- Stereotipi di genere nei libri scolastici per le prime letture;
- Impegno dell’Unesco per la lotta all’analfabetismo mondiale e per l’istruzione per tutti (EFA), critiche a tale modello (per il suo presunto etnocentrismo o da un punto di vista del neoliberalismo scolastico);
- Dalla lotta all’analfabetismo all’educazione degli adulti all’educazione permanente;
- Storia dell’alfabetizzazione come padronanza cosciente nella pedagogia critica;
- Alfabetizzazione e pedagogia della parola;
- Società digitale, analfabetismo storico di ritorno e crisi della conoscenza storica.