Il recupero dell'area di Porto Vecchio è un passaggio epocale per la Trieste che sarà.
Alle tante aspettative, speranze e preoccupazioni della cittadinanza in relazione a quest'operazione fa da contraltare una procedura apparentemente blindata e resa inaccessibile dalla Giunta Comunale.
Per immaginare e realizzare efficacemente il futuro della città sarebbe invece necessario condividere, aprire, confrontarsi.
Su Porto Vecchio la proposta di Costim prevede investimenti complessivi per circa 620 mln di €. L'inserimento di tutte le opere, sia delle funzioni pubbliche che di quelle private, all'interno di un unico schema di project financing, qualificherebbe l'intera operazione come pubblica.
L'istituto del dibattito pubblico, introdotto con il d.lgs. n. 50 del 2016 (Codice dei contratti pubblici), prevede che sulle grandi opere d'interesse generale - anche sulla realizzazione di infrastrutture ad uso sociale, culturale, sportivo, scientifico o turistico sopra i 300 mln di € di investimento - si decida attraverso un confronto dialettico tra amministratori e amministrati. Si tratta di una norma mutuata dall'ordinamento francese che consiste in incontri di informazione, approfondimento, discussione e gestione dei conflitti, nonché nella raccolta di proposte e considerazioni da parte di cittadini, associazioni e istituzioni, con tempistiche e modalità certe e trasparenti.
Un percorso del genere rafforzerebbe l'azione amministrativa del Comune, dando credibilità e legittimità a un'operazione che può davvero cambiare in meglio il volto della città. Al di là delle previsioni di legge, l'apertura di un dibattito pubblico sulla rigenerazione e riqualificazione di Porto Vecchio è lo strumento migliore per far sì che la più grande opportunità per il futuro di Trieste non si trasformi in un'occasione persa.
Federico Pacorini