Dana, il senso della generosità
Dana, o generosità, è una delle colonne dell’insegnamento buddhista e della pratica della meditazione Vipassana, nel senso che ne è un presupposto, così come la moralità, sila. Allo stesso tempo entrambe sono un addestramento nel senso che ci impegniamo a svilupparle durante il cammino.
Non si può sviluppare la retta concentrazione, e quindi la saggezza che libera, se si prescinde da questi due fattori e, a mano a mano che si sviluppa la saggezza e si capisce il valore del Dhamma, viene spontaneo sviluppare queste qualità, così come la Metta e i Brahma-Vihara.
Tutte queste sono qualità connaturate all’essere umano, che applica il retto sforzo per coltivare la mente invece di abbandonarsi agli istinti più bassi correlati ai difetti mentali.
Praticando e comprendendo la realtà dei fenomeni sorgono riconoscenza e gratitudine, e possiamo permetterci di riconoscerle ed esprimerle: questa è una parte importante della pratica del Dhamma.
Il dono del Dhamma è superiore a tutti gli altri doni. Siamo consci di aver ricevuto un dono così grande, e quindi abbiamo un forte desiderio che altri possano usufruirne.
Questo vuol dire mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie risorse per permettere che anche altri possano comprendere e sviluppare questi valori e con questo intento nasce e si sviluppa il Cerchio della Selva e con lui i ritiri di meditazione nel bosco.
Spesso mi viene chiesto quanto bisogna dare. Non c’è una risposta a questa domanda. Bisogna sentirlo nel proprio cuore e dare in base alle proprie possibilità. Saper esprimere la gratitudine, permettersi di esprimerla, significa mettere alla prova la propria capacità di lasciare andare, vedere la propria resistenza a separarsi da ciò che si possiede.
La generosità crea kamma positivo.